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Sumo in Giappone: un rituale per viaggiatori Over 55


Il mondo segreto del sumo: forza, disciplina e spiritualità nel cuore del Giappone

C’è un Giappone che si scopre solo all’alba, quando le strade sono ancora silenziose e l’aria profuma di incenso.

È il Giappone dei lottatori di sumo, uomini che vivono secondo regole antiche, tra gesti rituali, allenamenti all’estremo e una spiritualità sorprendente.

Entrare in una scuola di sumo è come varcare la soglia di un tempio.

Non c’è rumore, solo il tonfo sordo dei corpi che si affrontano sulla sabbia del dohyō, il ring sacro.

Ogni mossa, ogni passo, ogni sguardo segue una coreografia precisa tramandata da secoli.

Sumo wrestlers

Il sumo non è uno sport, è una via.

Dietro la forza fisica si nasconde la ricerca dell’equilibrio, del rispetto e della purezza interiore.

I lottatori vivono insieme, pregano prima di combattere, si inchinano l’uno all’altro con una devozione che non ha nulla di competitivo e tutto di spirituale.

Durante il nostro viaggio in Giappone avremo l’occasione di assistere a un allenamento mattutino privato: un momento autentico, lontano dagli stadi e dai riflettori.

Ci si siede in silenzio, a pochi metri da loro, e si percepisce la potenza dei movimenti, il respiro pesante, il ritmo scandito dai colpi di mano sulla sabbia. È un’esperienza che ti resta dentro, perché dietro ogni colosso c’è un monaco guerriero, e dietro ogni lotta, un atto di meditazione.

woman in pink bikini lying on round concrete fountain

Dopo l’allenamento, spesso i lottatori condividono un momento di convivialità attorno al chanko nabe, lo stufato tradizionale che rappresenta la base della loro alimentazione.

È un piatto semplice, ma preparato con cura, e simbolo della vita comunitaria che li unisce. 

Seduti attorno alla grande pentola fumante, si respira un’atmosfera di rispetto e fratellanza: il sumo non è solo competizione, ma anche cameratismo e disciplina condivisa.

Come nella cerimonia del tè e nella vestizione del kimono (puoi leggere l'articolo qui), anche nel sumo ogni gesto racconta qualcosa di più profondo. In entrambi i casi, il corpo diventa linguaggio, e la forza convive con la grazia.

In Giappone, persino un movimento di lotta può esprimere armonia, e la potenza non esclude mai la delicatezza.

A group of men standing on top of a stage

Osservare un incontro di sumo da vicino è come assistere a una danza primordiale. 

Non c’è aggressività, ma una forma di rispetto che si percepisce in ogni inchino, in ogni pausa prima dell’impatto.

È un momento sospeso, dove la forza diventa silenzio e la potenza, equilibrio.

Quando il combattimento termina, tutto si ferma di nuovo. I lottatori si ritirano in silenzio, e rimane soltanto il suono dei loro passi sulla sabbia. 

È in quell’istante che si comprende la vera natura di questo rito antico: non la vittoria sull’altro, ma la ricerca della calma dentro di sé.

In Giappone, anche la forza ha un’anima gentile.

E forse è proprio questo contrasto — tra disciplina e poesia, tra muscoli e meditazione — a rendere il sumo una delle esperienze più profonde e inaspettate da vivere.


Durante il nostro viaggio in Giappone avremo la possibilità di assistere da vicino agli allenamenti dei lottatori di sumo, entrando per un momento nel loro mondo fatto di silenzio, forza e disciplina.

È un’esperienza che colpisce per la sua intensità, ma anche per la calma che la circonda: un equilibrio raro, che racconta meglio di qualsiasi parola l’anima del Giappone.

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